domenica 7 luglio 2013

Bushido




La stanza profuma di pino, il legno la riveste dal pavimento al soffitto. E' stato accuratamente levigato e trattato ma si percepisce la  mancanza di uniformità di fondo. Basta far scorrere la pianta nuda del piede sulla superficie tiepida per accorgersene.
Non ho bisogno di specchi, conosco ogni maledetto Kata a memoria. Anche al buio, anche ad occhi bendati.

La penombra mi serve per evitare distrazioni e rivolgere l'attenzione all'interno, devo riuscire a guardarmi dentro senza provare terrore.
Per anni ho messo alla prova le mie emozioni arrivando a soggiogarle e a domarle imbrigliandole in legami indissolubili.
Più forte di una spada, più dura di una roccia.

'Il mio Fudo è inattaccabile, la mia fermezza d'animo un bastione inespugnabile.'

Invece di muovermi rimango nella posizione di attacco, immobile, ogni muscolo del corpo consapevole del comando che presto riceverà dalla mente. Sento l'elettricità percorrere la colonna vertebrale, sono ad occhi chiusi e immagini che arrivano da chissà dove mi ingombrano la mente. La intasano facendomi perdere quella sensazione che sto cercando di afferrare e prontamente mi sfugge.

'Doryo, Ninyo'

Porto avanti il braccio destro, i piedi saldi al suolo, e colpisco l'aria. Un colpo secco, rapido. Il polso rivolto verso l'alto.
Dove è finita la mia umanità?






Settimo bushido: 忠義, Chugi: Dovere e Lealtà 
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità , anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

Ce la posso fare, sono ancora abbastanza umana per assumermi la responsabilità delle vite che mi sono state affidate.
 Lascio la posizione e rilasso i muscoli, il collo scrocchia mentre ruoto le vertebre cervicali.


Sesto Bushido: 名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà . Non puoi nasconderti da te stesso.

Come posso giudicarmi se non possiedo più un codice morale? Cosa sono in realtà? Cosa vedrei riflesso negli occhi degli altri?
Mi passo le mani sul volto premendo sugli zigomi, sulle labbra, sugli occhi per cercare di capire che forma ho, quale orrore si celi sotto la pelle liscia.



Quinto Bushido: 誠, Makoto o 信, Shin: Completa Sincerità 
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno nè di "dare la parola" nè di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

Quanto vale la mia parola? più di quella di un cane? Forse si...Riprendo la posizione, le braccia si muovono con fluidità, sollevo anche la gamba sinistra per vibrare un colpo che fa fischiare l'aria viziata della stanza.



Quarto Bushido: 礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.


Il Rei mi salva, la mia gentilezza difficilmente viene meno, devo solo cercare di capire se si tratti di qualcosa di genuino oppure di un paravento per nascondere l'animale che si cela dentro di me.



Terzo Bushido: 仁, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte, diverso dagli altri. Egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.


Ricordo di aver fatto un giuramento del genere ill giorno della laurea in medicina, non sapevo ancora cosa significassero queste parole, ma ora lo so bene .
La gamba torna ad appoggiarsi al terreno, hiudo gli occhi e traggo un profondo respiro.



Secondo Bushido: 勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

Apro gli occhi di scatto, vedo solo contorni marroni e grigi, per mettere a fuoco la stanza mi occorre qualche secondo. Sono secondi preziosi che mi permettono di normalizzare il battito del cuore, lo sento martellare nel petto, sento che mi chiama, che mi prende a spintonate, che mi scrolla per incoraggiarmi a intraprendere la stada che non voglio percorrere.
Io mi nascondo, mi mimetizzo, vivo delle emozioni degli altri, me ne nutro per sopravvivere lasciando che la mia anima si secchi dall'interno.
L'eroico coraggio...forse un giorno.



Primo Bushido: 義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.


Quando imparerò ad essere onesta con me stessa, allora e solo allora potrò essere onesta col mondo intero.

Il mio maestro mi ha lasciato poche lezioni da apprendere, poche parole e molti silenzi. Devo ammettere che non ho ancora imparato la prima lezione.




giovedì 27 giugno 2013

Time to goodbye

Le lapidi  modeste, quelle delle famiglie meno abbienti, sono state sapientemente nascoste nell'ala sudorientale del Cimitero Monumentale di Capital City. Strette una accanto all'altra, poche decine di centimetri le separano, un minuscolo rettangolo di erba attorno per delimitarne i confini. La terra fangosa e smossa mi fa sprofondare di qualche centimetro. Gli stivali vengono risucchiati ad ogni passo come se i morti volessero trattenermi. Non oggi, oggi sono venuta a salutare una persona.
Non ho l'ombrello, una fastidiosa pioggia tiepida mi inzuppa i capelli e la divisa. da diversi minuti sono di fronte ad un cuneo di marmo grigio. Immobile, statica. Sto ascoltando una voce dentro di me, una voce che non arriva.
Sollevo il volto al cielo socchiudendo gli occhi, le guance si ricoprono di gocce che scendono lentamente verso il collo, la bocca. Le assaggio quando arrivano alle labbra. Non sono salate, può significare solo una cosa: per quanto lo desideri, non ho ancora pianto, la mente si rifiuta di collaborare, la mente è lontana ormai.
Mattew Rymes: un nome inciso sulla pietra, volute delicate e classiche che ricordano una persona che non esiste più. Una breve parentesi, un attimo di felicità, un fremito di speranza, la voglia di credere che il futuro avrebbe potuto essere diverso.
Con le dita vado a cercare la catenella tastandone lo spessore finchè trovo l'apertura:
Sganciarla è un attimo.
Lascio che la fede d'oro cada nel palmo della mano aperta, pronta riceverla. La stringo nel pugno.
Le lacrime proprio non vogliono saperne di scendere, il cuore è leggero. E' davvero quello che voglio?
Mi chino sulle gambe, rimanendo in appoggio sulle punte dei piedi. Infilo la fede d'oro nella terra, proprio dietro la lapide . Premo più volte per essere sicura che sia perfettamente nascosta.

E così ci diciamo addio. Sotto una pioggia che se ne frega di quello che sta accadendo. Niente fiori per Mattew Rymes.
Anche il ricordo a volte è velato, a volte non ricordo bene il colore dei tuoi occhi.
La mano si appoggia alla lapide . Non percepisco nulla, nè dolore, nè sollievo.

Nulla.